Descrizione
CHIAVICA GIACOMELLI
La chiavica Giacomelli è un manufatto idraulico di notevole importanza strategica per l’irrigazione delle nostre campagne dedite all’agricoltura; si trova in Via Chiavica, chiamata così in suo onore, e ha origini che sembrano risalire all’epoca veneziana.
La sua struttura è costituita da una galleria di derivazione, realizzata in mattoni con copertura a volta, e da una barriera che serve a regolare il deflusso ed il livello delle acque nelle affossature e nei canali delle campagne, sia nei periodi di magra che nei periodi di piena del fiume Guà.
Oltre alla sua rilevanza attuale e storica per le colture del territorio circostante, negli anni 1940/1950 è stata fondamentale per la produzione del tessuto di canapa, molto in uso in quel periodo. Il tessuto di canapa si ricavava dalle piante di Cannabis sativa che dopo la raccolta venivano posizionate nel fondo dei canaloni realizzati allo scopo (maceratoi/masaro) e lasciate macerare. L’acqua proveniente dalla chiavica veniva usata per riempire questi canaloni, da qui il toponimo Via Maceratoi. La parte tenera delle piante si ammorbidiva liberando una fibra molto resistente con cui si confezionavano lenzuola e abiti. A Montagnana fino agli anni ‘40 esisteva un grande canapificio per la lavorazione e la filatura.
A cura di Davide Pastorello
Progetto TAG EST - ESTRO 2024 – “Roveredo di qua e di là”
FIUME GUÀ
Il territorio di Roveredo è attraversato dal fiume Guà, il quale cambia più volte nome lungo il suo percorso.
Nasce nel comune di Recoaro con il nome di Agno e prende il nome di Guà nei pressi di Tezze di Arzignano, dove l’Agno si unisce al torrente Restena.
In località Frassine di Montagnana assume il nome della località omonima, diventa poi canale Brancaglia nei pressi di Este; più avanti prende il nome di canale Santa Caterina ed infine Gorzone; per poi confluire nel fiume Brenta a pochi chilometri dal Mare Adriatico in località Brondolo di Chioggia.
L’origine di tutti questi nomi è probabilmente da attribuire al fatto che inizialmente l’Agno non era un canale che sfociava direttamente in mare, ma si perdeva nel sistema paludoso di valli e pianure.
Il nome Guà deriva verosimilmente dal fatto che il fiume non arginato fosse facilmente guadabile, ovvero attraversabile a piedi in alcuni punti (da Guado: tratto di poca profondità dove è possibile attraversare un corso d'acqua); altra ipotesi del nome deriva da “le Gue” ovvero le diramazioni plurime dei fiumi che si verificavano durante le esondazioni.
Il fiume è sempre stato nella storia un elemento fondamentale per il paese. Strumento di collegamento con i centri commerciali più importanti, elemento vitale per il funzionamento dei mulini e importantissimo per le coltivazioni dei terreni.
Molteplici nel corso della sua storia sono stati gli eventi di piena, rotte, tracimazioni e allagamenti con danni ad abitanti e campagne.
L’origine del fiume così come lo vediamo oggi, deriva dall’opera di rafforzamento degli argini che raggiunsero le dimensioni attuali nel 1927 in seguito alla decisione del Magistrato delle Acque dopo i preoccupanti eventi alluvionali che si verificarono nel 1926 a Borgo Frassine.
Nello stesso anno si diede inizio alla sostituzione del vecchio ponte in legno con uno nuovo in ferro. Nel 1930 venne effettuato il collaudo del ponte che permise di migliorare i collegamenti con i territori a destra del fiume Guà.
Il ponte venne abbattuto nel 1944 durante la seconda guerra mondiale e successivamente ricostruito, infine nel 2008 è stato oggetto di una manutenzione importante con l’allargamento delle carreggiate per agevolare la viabilità e l’introduzione di due passarelle laterali per i pedoni.
A cura di Davide Pastorello